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A Natale e Capodanno Coprifuoco alle 21 e spostamenti per parenti di primo grado

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Senza Cenone e senza parenti viene quasi da dire “ma che Natale è?”. Il Governo, per ovviare all’ipotesi di un Natale “non Natale” cerca in tutti i modi di giungere ad un compromesso.

Il Governo sta lavorando in modo incessante al nuovo Dpcm e tra le nuove ipotesi rientra il Coprifuoco alle 21 per Natale e Capodanno, spostamenti concessi per parenti di primo grado e quarantena obbligatoria per chi torna dall’estero.

Il nuovo decreto dovrebbe entrare in vigore venerdì 4 dicembre e regolare tutto il periodo delle festività natalizie.

Il Ministro Roberto Speranza lo ripete fino all’ossessione: «Evitiamo un altro Ferragosto» ed i due momenti che scienziati e governo temono di più sono la notte del 24, quando dopo il cenone milioni di italiani vanno alla tradizionale messa di mezzanotte, e la notte di Capodanno.

Ma è possibile immaginare l’ingresso nel 2021 nel silenzio assoluto delle strade? Sì, spiegano dal Cts e dal ministero ed è l’ipotesi più probabile: l’idea è proprio quella di cancellare ogni tentazione.

E per questo motivo non è escluso che per quelle due notti il coprifuoco possa essere mantenuto alle 22 o addirittura anticipato alle 21. Resta però da decidere cosa fare della messa natalizia, e se riservarle una deroga, pur sapendo che sarebbe un grosso rischio per i potenziali contagi di massa.

Da capo del governo, Conte si trova di fronte alla difficile scelta di come e quanto mettere il Natale sotto controllo. Il fronte dei più rigoristi non ha dubbi: bisogna soffocare sul nascere l’illusione che a Natale sarà un liberi tutti.

Semmai, il governo pensa a misure che siano più stringenti proprio nei giorni delle vacanze, solitamente dedicate ai ricongiungimenti e alle feste. Secondo Walter Ricciardi, consulente di Speranza, «bisogna valutare territorio per territorio».

È possibile anche che il Dpcm possa avere un primo tempo il 4 dicembre e un secondo tempo il 19-20, quando potrebbero essere introdotte ulteriori modifiche.

Il compromesso potrebbe essere, anche tra regioni in fascia gialla, di consentire solo gli spostamenti tra i parenti di primo grado.

Otto dovrebbe essere il limite di presenze attorno al tavolo ma la formula dovrebbe essere quella della raccomandazione e non del divieto.

Per lo shopping dei regali dovrebbe essere confermata una finestra dal 14 dicembre per consentire le aperture dei negozi fino alle 22. Solo per questi giomi il coprifuoco verrebbe spostato alle 23, con deroghe precise destinate a chi lavora in queste attività commerciali.

Confermata invece la chiusura degli impianti sciistici. Conte puntava a un’azione coordinata europea, ma se Svizzera e Austria terranno aperte le piste, come sembra, al governo italiano non resta come arma che quella di scoraggiare i viaggi degli appassionati e obbligare a tamponi o quarantena gli irriducibili di ritorno.

Sulla scuola, infine, oggi dovrebbe arrivare un chiarimento. Dopo aver promesso la riapertura a dicembre, Conte è sembrato più prudente. La ministra Lucia Azzolina spinge per ottenere un ritomo in presenza, simbolico, dal 14 dicembre ma Speranza e la maggior parte degli scienziati sono contrari: è troppo presto, e sarebbe consigliabile rinviarlo a quando il contagio scenderà a 5-7 mila casi giornalieri. È la soglia che consente di riprendere le redini del tracciamento e di bloccare i focolai sul nascere.

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Napoli, cagnolina scuoiata viva da due uomini e abbandonata in uno scasso: è stata adottata

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La storia che vi stiamo per raccontare è quella di una cagnolina ritrovata alcuni giorni fa in uno scasso a Poggioreale, mentre versava in gravi condizioni a seguito di un’aggressione subita.

Infatti due uomini l’hanno scuoiata viva e abbandonata al suo destino. Per fortuna Stella Gervasio, presidente dell’associazione ‘Animal Day’ l’ha adottata, dopo che la cagnolina è stata sottoposta ad una serie di interventi chirurgici.

A tal proposito ecco il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Ora bisogna trovare i criminali che l’hanno seviziata. Secondo le testimonianze si tratta di due adulti che parlano un dialetto campano e hanno inferto queste atrocità sulla cagnetta con estrema perizia e accuratezza. Vanno trovati ed assicurati alla giustizia”.

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Stati Generali della Natalità, Papa Francesco: “Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro”

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In occasione degli Stati Generali della Natalità, Papa Francesco è tornato su questo delicato tema che sta tenendo banco nelle ultime settimane. Ecco le sue dichiarazioni:

“Il calo della natalità deve essere affrontato con lungimiranza. A livello istituzionale urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Per questo bisogna porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.

Poi, prosegue: “Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro. In Italia, ad esempio, l’età media è attualmente di quarantasette anni, e si continuano a segnare nuovi record negativi. Purtroppo, se dovessimo basarci su questo dato, saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa: il Vecchio Continente si trasforma sempre più in un continente vecchio, stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita. Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici”.

Poi, il Pontefice ha ricordato che “in passato non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società. Quindi il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato. E allora le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi”.

Infine, ha concluso dicendo: “C’è un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito, è brutto. Nelle case non mancano i cagnolini e i gatti, questi non mancano, mancano i figli. Il futuro non si costruisce solo facendo figli, manca un’altra parte importante, i nonni. Oggi c’è una cultura di nascondere i nonni, mandarli nella casa di riposo. E’ cambiato un po’ per la pensione…ma la tendenza è quella: scartare i nonni. Per favore non dimenticare i nonni, i nonni soli, i nonni scartati, questo è un suicidio culturale, abbiamo cura dei figli ma anche cura dei nonni, è molto importante”.

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Stati Generali della Natalità, la ministra Roccella contestata da alcuni studenti. Meloni: “Sono molto dispiaciuta, solidarietà al ministro”

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La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella è stata duramente contestata agli Stati Generali della Natalità, poiché una volta presa parola la platea ha iniziato ad esporre cartelli che formavano la scritta “Decido io”, con chiaro riferimento alle recenti dichiarazioni della ministra sull’aborto.

In particolare a contestare la Roccella è stato un gruppo di studenti, con la ministra che ha così risposto ai fischi e alle proteste provenienti dalla platea:

“Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”.

Tuttavia la contestazione è proseguita e sulla questione è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, che ha così commentato mentre lasciava il Senato:

“Mi è dispiaciuto, solidarietà al ministro. Lo spettacolo andato in scena questa mattina è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile è un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare, senza se e senza ma. È ora di dire basta”.

Poi è stata la stessa Roccella a tornare sull’argomento con un post su Facebook:

“Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro”.

Poi, prosegue: “Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura. E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto è vero che l’evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società. Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta”.

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